1 Agosto 2022

Dress Code “rivoluzione”: come gli abiti possono guidare la sostenibilità

Come può un abito arginare l’inquinamento?

Come tante altre scelte quotidiane, anche quella del nostro guardaroba può rivelarsi fondamentale per ridurre lo spreco e il consumo delle risorse del pianeta. Oggi, il legame tra moda e sostenibilità è più stretto che mai. 

Ogni anno la filiera della moda è infatti responsabile del 10% delle emissioni di CO2 e del consumo di quasi ottanta miliardi di metri cubi d’acqua. Abituati ad avere punti vendita strabordanti di offerte sempre più convenienti e collezioni aggiornate di mese in mese, che bramiamo per non essere mai fuori moda, finiamo per dimenticare la maggior parte  dei nostri capi d’abbigliamento in fondo ai cassetti e negli angoli oscuri dei nostri armadi.

Negli ultimi mesi, complice la pandemia, i carrelli si sono riempiti principalmente di vestiti confortevoli, come tute e abiti comodi per lavorare da casa, che con molta probabilità smetteremo di sfoggiare con il ritorno ai ritmi pre-pandemici e resteranno a riempire le grucce come pezzi d’antiquariato.

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Dress Code “rivoluzione”: come gli abiti possono guidare la sostenibilità

Se la pandemia ha dato un forte impulso agli acquisti di alcune categorie di abbigliamento, d’altra parte ha avuto un grande impatto anche sulle coscienze. Alcune grandi case di moda hanno deciso di adottare un approccio più sostenibile e responsabile, introducendo materiali riciclati ed ecologici nelle proprie produzioni.
I veri rivoluzionari, però, sono diventati i consumatori, gradualmente più maturi rispetto all’eticità delle proprie scelte d’acquisto. 


Certo, queste tematiche sono tutt’altro che nuove tensioni su cui porre l’attenzione: sono decenni che l’opinione pubblica si confronta su possibili soluzioni globali da adottare per rendere sostenibili le proprie azioni di consumo. Con una grande risonanza, però, la pandemia ha spinto sull’acceleratore delle coscienze mostrando come, in realtà, non ci sia ancora molto tempo per agire.  

Come fare quindi la propria parte, riducendo lo spreco del fast fashion?

5 step per un armadio più green che concili moda e sostenibilità

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Dress Code “rivoluzione”: come gli abiti possono guidare la sostenibilità

Ricordi quel vestito che hai indossato al matrimonio di tua cugina di terzo grado? O quei jeans a vita bassa appesi al chiodo dai primi anni Duemila? Se non ne hai memoria, un motivo ci sarà ed è il fatto che non li metti da anni.
Riesuma tutti i capi antiquati che ormai ritieni fuori moda e dai loro una seconda possibilità. Puoi rivenderli, riutilizzarli, regalarli o dar sfogo alla creatività modificandoli per dare nuova vita.

Ritorno al futuro

Quante volte hai sognato di poter viaggiare nel tempo tra epoche diverse e vestire i panni di qualcun altro, attraverso la moda di dieci o vent’anni fa? Adesso puoi, acquistando vintage. I mercatini e le app dedicate all’usato stanno letteralmente spopolando in questi mesi. Una delle più amate è sicuramente Vinted.it: la piattaforma online che permette agli utenti di scambiare, vendere e acquistare abiti usati e far rivivere loro una seconda vita.

Un occhio al portafogli

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Dress Code “rivoluzione”: come gli abiti possono guidare la sostenibilità

Comprando pezzi unici di seconda mano, potresti ritrovarti di fronte a occasioni imperdibili come acquistare prodotti di alta moda a prezzi bassissimi. Non capita spesso, ma quando capita…

Fermati un attimo

Pensaci: ti servono davvero tre paia di pantaloni? E quella camicia nuovissima che hai trovato in saldo, ti piace sul serio? Insomma, chiediti se abbia davvero senso comprare ancora o se sia meglio rispettare l’ecologia del tuo armadio. 

Informati

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Dress Code “rivoluzione”: come gli abiti possono guidare la sostenibilità

Essere informati non è mai stato semplice come oggi che abbiamo la possibilità di conoscere l’esatta provenienza di tutto ciò che indossiamo, i materiali utilizzati, la storia delle aziende da cui acquistiamo. Grazie ai social possiamo persino interagire direttamente con i marchi e instaurare una relazione privilegiata produttore-consumatore, mai così diretta come oggi.


Conoscere tutte queste informazioni prima di acquistare un capo d’abbigliamento richiede sicuramente un po’ di impegno, ma in fondo non è uno sforzo così eccessivo rispetto all’impatto positivo che hanno le scelte consapevoli di ciascuno di noi per tutelare l’ambiente e le prossime generazioni. Perciò assicurati di scegliere e sostenere aziende che abbiano realmente a cuore il futuro del pianeta e di chi lo abita.

 

Per quanto le aziende cerchino di modificare i sistemi di produzione, sono solo un attore di questa sfida globale che stiamo affrontando. Chi, in fin dei conti, ha il potere di spezzare il circolo vizioso di sovrapproduzione, iperconsumo e quindi povertà, sono i singoli individui

 

E tu hai a cuore l’ecologia del tuo armadio? Se la risposta è “sì”, non perderti anche il nostro articolo sulla Fashion Revolution.